Il numero: 1 su 3

Spazio serio di riflessione sui dati della disabilità

Pubblicato da ERG This Ability Barilla il 19 maggio 2023

1 su 3: è questo il rapporto delle scuole accessibili in Italia.

Abbiamo già avuto occasione di parlare, attraverso le parole dei colleghi giornalisti sociali, delle difficoltà che una persona con disabilità deve affrontare nella vita quotidiana in quanto a mobilità ed accessibilità.

Ma ad accompagnare una disastrosa situazione che riguarda le strade, le stazioni di treni e metropolitane, altri luoghi pubblici si fanno riconoscere e non per merito: tra questi, le scuole.

Un luogo pubblico dovrebbe essere “un luogo a cui si può accedere liberamente, senza che ci siano limitazioni”. Sembra già esserci un controsenso tra questa affermazione e il fatto che moltissimi luoghi pubblici, scuole comprese, abbiano invece delle barriere che impediscono l’accesso ad un’intera parte della popolazione, le persone disabili.

"Diamo i numeri!". Illustrazione di Aurora Protopapa.

In aggiunta a tutte le difficoltà che una persona disabile deve affrontare, è quindi lo Stato ad imporre dei limiti fisici alle persone sin dai primi anni di età, facendole scontrare con la realtà attuale: “L’Italia non è un paese per disabili.”

“L’Italia non è un paese per disabili.”

Ma se una persona in Italia ci vive, ci nasce, questo non può essere che un grave tradimento nei confronti dei propri cittadini.

È giusto non poter frequentare una scuola perché non si può entrare al suo interno?

La risposta è scontata.

Solo una scuola su tre: il dato emerge dall’ultima rilevazione ISTAT sull’inclusione scolastica, che registra numeri in crescita sia di alunni con disabilità che di posti nel sostegno. Le scuole italiane non sono a misura di disabilità, a discapito di studenti sia con disabilità motorie che sensoriali.

La situazione è più grave al Sud, dove solo il 32% circa degli istituti è accessibile; migliora leggermente al Nord dove, seppur con valori superiori alla media nazionale, si arriva solo al 39%.

Tra le barriere architettoniche che vincono il premio per inaccessibilità ci sono sicuramente la mancanza di ascensori, o di ascensori idonei (pensiamo allo spazio necessario ad ospitare una sedia a rotelle), di servoscala, scale, porte e bagni non a norma.

Non dobbiamo però pensare solo alle disabilità fisiche: il problema riguarda infatti anche la mancanza di strumenti per supportare la disabilità di tipo sensoriale, come segnalazioni visive per studenti con sordità o ipoacusia, o mappe di rilievo e percorsi tattili per alunni con cecità o ipovisione, quest’ultimi presenti solo nell’1,5% delle scuole!

Che dire, quando l’Italia smetterà di “Non essere un Paese per disabili “ e sarà finalmente “Un Paese per tutti?”

Che dire, quando l’Italia smetterà di “Non essere un Paese per disabili “ e sarà finalmente “Un Paese per tutti?”