Una casa calda come l’abbraccio di una mamma

Trasferirsi e abitare da soli può essere terrificante e bellissimo, soprattutto con una disabilità

Pubblicato da Chiara Baù il 19 maggio 2023

Tutti cerchiamo e desideriamo avere la nostra sicurezza personale, la possiamo trovare sia in elementi che tutti riteniamo fondamentali, come la salute e il lavoro, sia in caratteristiche soggettive che solo noi possiamo riconoscere come preziose per il nostro benessere.

Io vi scrivo dell'importante e fortunata possibilità di abitare in un edificio diverso da quello dei propri genitori, un argomento che mi sta molto a cuore.

Nella lingua inglese ci sono due parole per indicare casa: house e home. House viene usata per indicare un edificio, una costruzione fisica, un luogo da abitare, mentre con home si fa riferimento ad un ambiente familiare, ad un’intimità, ad un luogo affettivo.

Questa, secondo me, è una distinzione molto utile per capire i due aspetti che compongono il concetto di casa. Personalmente parlando, nel mio modo di rappresentarmi la mia autonomia abitativa c'è sia una home che una house, perché non possiamo godere a pieno dell'intimità di un ambiente se esso non ha le caratteristiche fisiche che ci permettono di percepirlo come “casa nostra”.

Attualmente io abito ancora con i miei genitori. Dato che ho da sempre una disabilità motoria, dopo la mia nascita i locali sono stati ampliati per permettermi di muovermi con maggior facilità.

Sono fortunata a vivere in una casa spaziosa; a chi, come me, vive su quattro ruote, serve un ambiente casalingo perlopiù ampio, almeno quanto basta per muoversi comodamente con una sedia a rotelle. A mio avviso, però, anche se l'ampiezza è fondamentale, non basta a far guadagnare ad una house il merito di essere una home. La casa dove sono nata e cresciuta farà sempre parte di me, ma, allo stesso tempo, è la casa dei miei genitori, non la mia.

Quando una persona raggiunge la maturità sente il  bisogno di vivere in un luogo diverso da quello dei suoi genitori e, considerando che ho quasi 38 anni, pur volendo molto bene ai miei, non faccio eccezione.

"Home is where your heart is". Illustrazione di Aurora Protopapa.

Per la mia disabilità, essendo sempre dipendente dagli altri, devo trovare una casa adatta alle mie esigenze e non posso avere un nido tutto mio, questo però non vuol dire che io non possa comunque avere la mia home perché, secondo me, la sedia a rotelle non mi preclude quello che desidero, ovvero che ci sia un posto che possa sentire mio.

Vorrei abitare una casa dove poter avere la mia privacy con più facilità, per chi è sulle ruote è più difficile ottenerla rispetto a chi è sui piedi, e poter scegliere ogni giorno come vestirmi e pettinarmi con maggiore autonomia, cosa che non sempre è scontata per un portatore di handicap. Vorrei riuscire ad approdare in un luogo che percepisco a me congeniale per provare a costruire una storia che appartiene solo a me.

Vorrei riuscire ad approdare in un luogo che percepisco a me congeniale per provare a costruire una storia che appartiene solo a me.

Oltre a quanto ho già scritto, ho notato che le  motivazioni che mi spingono a desiderare una nuova sistemazione abitativa per me stessa, non dipendono solo dal fatto di non poter camminare, ma sono le stesse della maggioranza delle persone che, ad un certo punto della loro vita, vogliono vivere in uno spazio proprio.

Il mio amico Edoardo, pur essendo rimasto comunque a poca distanza dai suoi genitori, si è trasferito con la sua compagna in un appartamento diverso dal loro.

Tralasciando il fatto che lui, a differenza mia, avendo una fidanzata, ha fatto questa scelta anche per la voglia di vivere con lei, per il resto i motivi che ci portano entrambi a desiderare una home tutta nostra sono identici.

È un po’ come se le sue parole fossero anche le mie: «Ho sempre avuto un bel rapporto con i miei genitori, non mi sono voluto trasferire per abbandonarli o per fuggire da una situazione che non mi andava bene (lo dimostra il fatto che il mio appartamento è a pochi metri di strada dal loro), ma ad un certo punto della tua vita senti il bisogno di essere più libero, di avere un posto tuo per poterti gestire da solo, per organizzare la tua giornata nella maniera che è più congeniale alle tue esigenze. Vuoi avere la possibilità di arredare la casa come più ti piace, di fare il letto quando ti va, di mangiare poco o tanto in base alla fame che hai, di non mettere per forza in ordine tutto al millimetro, anche se ti piace tenere la casa pulita e ordinata. Bisogna poi essere consapevoli che il mantenimento di una casa comporta delle spese, ma adottando come abitudine quotidiana degli accorgimenti per combattere lo spreco e il superfluo, ci si può permettere di soddisfare i propri sfizi.

Una delle cose che mi appaga di più quando torno dal lavoro è poter scegliere in quale angolo della casa rilassarmi e che cosa fare. Nel complesso posso dire di essere molto soddisfatto di essermi trasferito.»

Questo è quello che Edo mi ha raccontato nella piccola intervista che gli ho fatto e anch'io mi rivedo perfettamente in ciò che ha detto.

Per me casa sono le persone che amo, ma non sempre la propria casa corrisponde al luogo o alle mura dove si è nati; senza dubbio, però, quattro mura saranno veramente mie quando sentirò che mi scalderanno come l'abbraccio di mia mamma. Sono esigente, lo so, ma voglio che la mia casa mi dia quel benessere e quelle stesse bellissime sensazioni che provo quando vengo abbracciata da una persona che mi vuole bene.

Voglio che la mia casa mi dia quel benessere e quelle stesse bellissime sensazioni che provo quando vengo abbracciata da una persona che mi vuole bene.