Il volontario, chi è costui?
Il termine volontario ci è stato tramandato dal latino voluntarius, derivato voluntas ossia volontà, significa quindi “che agisce con la propria volontà”. Con il passare dei secoli e in particolare negli ultimi decenni, il volontario si è identificato nello specifico in colui che aiuta gli altri, senza una retribuzione, tramite associazioni o individualmente.
Gli esempi di volontari moderni sono molteplici, pensiamo a quanti ragazzi e ragazze ogni giorno collaborino con le istituzioni come Il Corpo militare volontario della Croce Rossa, Il volontariato di protezione civile, Assistenza ai senza tetto, solo per citare le più popolari. Si stima che in Italia ci siano 6,63 milioni di volontari, la percentuale più alta spetta al nord con il 16% mentre al sud la lancetta si ferma all'8,6%.
Il maggior numero di volontari in Italia ha un titolo di studio “alto” come la laurea (22,1%). Mentre è inferiore per chi ha la sola licenza elementare (6,1%). La maggior parte ha un lavoro stabile (14,8%) e vive in famiglie agiate (23,4%). In media gli italiani in quattro settimane svolgono 19 ore di volontariato. Grande la presenza di donne e di anziani nelle attività non organizzate.
Ma cosa spinge i volontari a diventare tali?
La voglia di donarsi è alla base, investire il proprio tempo per aiutare qualcuno rende speciale il vivere giornaliero del volontario, c'è un interscambio tra chi aiuta e chi viene aiutato, un dare e ricevere che fa bene ad entrambi. Alcune persone hanno l'empatia, la sensibilità come dote innata, ad altre invece viene trasmessa.
"Il volontariato in Italia è vivo". Illustrazione di Aurora Protopapa.
Barilla ad esempio dà ai suoi dipendenti l'opportunità di fare volontario durante le ore di lavoro presso la fondazione Dynamo camp, dove si pratica la terapia ricreativa con bambini e adolescenti affetti da malattie croniche.
Conoscere altri mondi completamente diversi da quelli usuali può rompere muri che costituiscono un ostacolo per il nostro intelletto, comprendere come un diversamente abile riesca a risolvere una difficoltà può in parallelo e indirettamente farci trovare la strada per risolvere i nostri dilemmi quotidiani.
Il volontariato può giovare alla nostra salute. Secondo i ricercatori, infatti, quando gli individui fanno volontariato non solo aiutano la loro comunità, ma negli anni successivi godono di maggior salute, sia in termini di maggiore longevità, sia di maggiore capacità funzionale sia di tassi inferiori di depressione.
Allora perché il volontariato ci fa sentire così bene?
La ricerca ha dimostrato che 2-3 ore di volontariato a settimana (circa 100 ore all'anno), possono fornire maggiori benefici a condizione che l'attività sia gratificante e che si abbia voglia di farlo anziché consideralo un ulteriore impegno da svolgere.
Si parla molto di intelligenza artificiale, e alcuni affermano che un domani ad aiutarci saranno i robot umanoidi, ma come si può insegnare ad un essere creato digitalmente il significato dell'empatia, dell'immedesimazione non avendo mai provato a sua volta emozioni?
Il volontariato deve essere incentivato in tutti i modi e deve contagiare tutti come il migliore dei virus, perché solo chi ha un cuore pulsante può sincronizzare due cuori e non di certo può essere sostituito da una calcolatrice a forma di uomo.