Ritornare a guardarsi allo specchio, e riconoscersi

L’estetica oncologica e l’importanza di prendersi cura dell’identità dei pazienti nel percorso terapeutico

Pubblicato da Cristiano Misasi il 1 agosto 2023

Molti mostri nell'antichità erano raffigurati con più teste, l'esistenza di queste creature si può attribuire alla sola fantasia dell'autore, dell'artista o è presente nella realtà qualcosa di simile? In natura esistono animali bicefali più rari sono i tricefali, ma chi ha narrato di queste creature quasi mitologiche voleva attirare l'attenzione sulla sfida che l'uomo deve affrontare lottando contro bestie in grado di mordere con tre fauci contemporaneamente.

Il tumore è il mostro tricefalo moderno per eccellenza e seppur è quasi invisibile la sua nomea lo precede, chi lo incontra è assalito su tre fronti allo stesso tempo: dall'interno la malattia avvelena il corpo, all'esterno gli effetti della chemioterapia fanno mutare l'aspetto e la psiche a sua volta è assalita da mille tormenti. Non c'è un morso che faccia meno male degli altri due, per vincere bisogna imporsi su tutti e tre.

Molto spesso quando si comunica ad una persona, in particolare ad una donna, la diagnosi del tumore, insieme alla dura accettazione della malattia si affronta anche quella della perdita dei capelli, il primo effetto visibile, il primo che porta ad un cambiamento concreto.

Di questo racconta Francesca De Chaud, nel suo libro “La parola alle pazienti”, scritto a più mani con altre donne che hanno vissuto questa esperienza: "La perdita dei capelli è stata per me un trauma non del tutto superato. Ancora oggi, alle volte, mi guardo allo specchio, mi vedo calva e mi fa senso.

Le infermiere mi avevano preparato, ma non credevo potessi perderli tutti. Avevo i capelli lunghi sulle spalle, le infermiere mi dissero che dovevo tagliarli e io feci un taglio fino sotto le orecchie, ma per loro che erano ancora lunghi ed io tagliai ancora. Ancora una volta, mi dissero che comunque li avrei persi. Non ci credevo! Avevo sempre il ricordo di mia madre che durante la chemio non aveva perso i capelli e pensavo che sarebbe stato così anche per me”.

"Ritornare a guardarsi allo specchio, e riconoscersi". Illustrazione di Aurora Protopapa.

La chemioterapia in questa malattia è un coltello a doppia lama, perché se da un lato combatte il tumore dall'altro ruba l'essenza del paziente e ne oscura la bellezza, portando gradi conseguenze sull’identità della persona. In aggiunta a questo, a provocare dolore non è solo lo specchio ma anche gli sguardi delle persone carichi di pietismo.

Molto spesso la cura della persona viene messa al primo posto lasciando però da parte il lato psicologico.

Per non trascurare nessun dettaglio, nasce l'estetica oncologica, un supporto a 360° che con l'aiuto di makeup artists, dietologi, fashion stylist, aiuta chi è oscurato da questo morbo a ritrovare la propria bellezza.

L'associazione "Salute allo specchio", nata dalla collaborazione tra psicologi clinici e ginecologi dell’Ospedale San Raffaele di Milano, è pioniere nel prendersi cura di questo aspetto nel percorso terapeutico, perché si è capito che l'attenzione alla psicologia del paziente, in tutte le sue sfaccettature,  ha un’enorme importanza nella lotta contro il cancro. Sentirsi in simbiosi il proprio io esteriore ci concilia con il nostro corpo.

Per generare mistero e fascino con la sua immagine, Milena Calestani, in seguito ad un tumore arrivato nel 2014, decide di lanciare in prima persona un nuovo trend di abbigliamento dedicato a chi esce da un percorso chemioterapico: “Volevo conservare il mio fascino, la mia femminilità. Chi mi guardava in quel periodo doveva incuriosirsi alla mia persona e non provare pietà, doveva chiedersi ma questa è una cantante, un'artista, una pazza? Così decisi di non indossare la parrucca, bensì di creare un accessorio innovativo ispirato in tutto e per tutto ai copricapi Africani, il tessuto doveva essere leggero per non generare e non accaldare il cuoio capelluto, i colori vivaci e la forma unica nel suo genere ma allo stesso tempo funzionale”.

È proprio con questi presupposti che nasce It's Milly, la valida alternativa alla parrucca, un copricapo che ha ottenuto innumerevoli riconoscimenti.

Dopo aver aiutato Milly ad essere se stessa in un momento davvero difficile della propria vita, le sue creazioni sono diventate motivo di rinascita per altre donne che stanno affrontando come lei questa battaglia.

Eracle non uccise cerbero, lo dominò forse affinché qualcun'altro potesse seguire le sue orme, il tumore è un mostro immondo ma con l'aiuto dei medici e di chi lo ha affrontato già, si può sconfiggere.

A volte il sorriso è la prima arma da usare, e se guardandoci allo specchio riuscissimo a trovare un equilibrio tra l'anima e l'estetica, di certo la leggerezza di quell'immagine riflessa alleggerirebbe il peso del dolore.