Me la ricordo bene quell'esibizione al Festival di Sanremo 2012. La ballerina Simona Atzori e il violinista David Garrett apparivano perfettamente complementari, uniti come solo la follia del coreografo Daniel Ezralow poteva fare: lui usa solo le braccia per suonare, lei solo le gambe per danzare; sotto di lei spuntano delle gambe in movimento, sotto di lui braccia con archetti.
Mi ricordo l'emozione negli occhi di tutti, lo stupore di chi non la conosceva ancora, l'esplosione di quel sorriso e dei suoi occhi grandi ed entusiasti, la totale assenza di pietismo o compassione, totalmente subissati dalla meraviglia di un'esibizione che sprigionava energia allo stato puro.
Il 26 giugno Simona ha portato sul palco del'Arena Shakespeare al Teatro Due di Parma il suo ultimo spettacolo "20 anni + 2 di danza, pittura, arte e... vita".
“Nello spettacolo racconto i miei primi 20 anni di danza, di pittura, di arte e di vita. A quei 20 anni, bruscamente interrotti dalla pandemia, si aggiungono 2 anni che hanno momentaneamente fermato quel percorso, per poi dargli un nuovo inizio”, spiega Simona nel comunicato stampa del Festival Toscanini, che ospita lo spettacolo.
“È una narrazione in prima persona in cui ripercorro tutte le tappe artistiche e di vita dal 2000 a oggi. Dal Grande Giubileo del 2000 a Roma, alle Paralimpiadi di Torino nel 2006 a Sanremo del 2012 con David Garrett (in una coreografia di Daniel Ezralow), passando attraverso mostre e dipinti creati in scena tra passi di danza e numerosissimi incontri in tutta Italia e nel mondo.
"Un ritratto di Simona Atzori". Illustrazione di Aurora Protopapa.
Durante il racconto riaffiorano leggere emozioni che sembrano lontane, lontane dalla vita ma attaccate all’anima. Posare quei piedi su un palco per me è come fosse lo sbarco in un pianeta lontano, è il desiderio che bussa alla porta del mio cuore. Sentire il fiato corto ma con la meraviglia negli occhi e il sorriso di chi non vorrebbe essere da nessun’altra parte.»
Lo spettacolo è realizzato grazie al sostegno di Barilla, nell’ambito delle iniziative dall’Erg Thisability (Employee Resource Group), di Fondazione Munus (Fondo di Solidarietà Barilla) e di Porsche Italia / Baistrocchi – Gruppo Eurocar Italia.
C'è grazia, eleganza, leggerezza su quel palco. Tutti, accanto a Simona, brillano e volano con lei. Proviene dal Teatro alla Scala di Milano il danzatore Marco Messina mentre provengono dalla SimonArte Dance Company (le danzatrici Beatrice Mazzola e Marta Bentivoglio), dal Sermig Laboratorio del Suono (i musicisti e cantanti Marco Maccarelli e Mauro Tabasso); insieme a loro le attrici e cantanti Alessandra Anelli e Nadia Scherani, l’assistente alle luci Valeria Bonalume e gli artisti della scuola Professione Danza Parma, diretta da Lucia Giuffrida.
Tempo fa, in occasione di "Me" (il primo spettacolo della SimonArte Dance Company), mi rimasero impresse le parole del ballerino Marco Messina: “In tanti mi chiedono come sia ballare con Simona, abituato a ballare con ballerine con le braccia. È un altro equilibrio. Lei si aiuta col busto, con gli addominali. E io non sento alcuna mancanza. È bello e basta”.
Quella leggerezza, quella grazia e quell'eleganza hanno bisogno di passione, dedizione e lavoro di squadra per nascere e incantare. Non certo di un numero minimo di arti.