Come funziona l’accesso al lavoro per le persone con disabilità

In Italia l’occupazione dei lavoratori con disabilità non raggiunge le medie europee anche se sono stati fatti molti passi avanti.

Pubblicato da Cristiano Misasi il 23 novembre 2023

Il primo significato che possiamo trovare sotto il termine società è "Insieme organizzato di individui". L'essere umano è riuscito ad evolversi nei millenni grazie alla sua capacità di assegnare un ruolo ad ogni membro della società; se invertiamo questo concetto possiamo facilmente affermare che una persona senza un'occupazione è ai margini della società

Non molto tempo fa, una persona con disabilità faticava molto a inserirsi nel mondo del lavoro, ma con la legge n° 68 del 1999 denominata "Norme per il diritto al lavoro dei disabili" qualcosa si è smosso. Grazie a essa oggi esistono posti riservati alle cosiddette categorie protette all'interno delle aziende.

L'1 Gennaio 2018 il governo ha fatto un'integrazione alla legge sul lavoro dei disabili, sottoscrivendo la percentuale di operatori con disabilità che devono essere obbligatoriamente presenti in un'azienda. 

Chi ha diritto a questi posti riservati sono: 

  • invalidi civili con percentuale d'invalidità dal 46 al 100%
  • invalidi del lavoro con percentuale d'invalidità superiore al 33%
  • Invalidi per servizio (ex dipendenti pubblici, inclusi i militari)
  • Invalidi di guerra e civili di guerra con minorazioni dalla prima all'ottava categoria
  • Non vedenti e sordomuti

Per accedervi basta presentarsi al centro per l'impiego accompagnando alla richiesta di lavoro il referto della Legge 104 rilasciato dalla commissione INPS. Successivamente il profilo del candidato sarà inserito in una banca dati e automaticamente posto in una graduatoria che varierà in base a molti aspetti come: capacità lavorative, percentuale di invalidità, e condizioni familiari.

I datori di lavoro poi, dopo aver fatto richiesta, accedono ai profili dei candidati e contattano chi ha i requisiti necessari per svolgere un determinato tipo di lavoro

"All you need is work". Illustrazione di Aurora Protopapa.

Un altro metodo per avvicinare il mondo della disabilità a quello del lavoro, già sperimentato da molte aziende, come i Magazzini Oz di Torino, è quello di ricercare il potenziale anziché le competenze, vale a dire assumere persone con disabilità che dopo aver seguito un corso di formazione direttamente in azienda, possono raggiungere le capacità necessarie che il lavoro richiede. 

Nonostante gli impegni presi dal Governo Italiano, nel nostro Paese siamo ancora molto indietro rispetto agli altri stati europei; stando alle ultime rilevazioni Istat del 2019, solo il 31,3% delle persone con disabilità in Italia ha un impiego, contro una media Europea che sfiora il 51%. Il dato comprende soltanto i soggetti effettivamente abili tralasciando i casi tanto gravi da necessitare solo di sostegno e cure.

Un esempio virtuoso Io troviamo negli Stati Uniti dove dai primi anni ’90 è attivo JAN (Job Accommodation Network), un servizio governativo all'interno del dipartimento nazionale per il lavoro nato per aiutare i datori a rendere accessibile il luogo di lavoro e ad assumere atteggiamenti consoni in base a ogni specifica patologia o caratteristica del lavoratore

Il sito web presenta sezioni dedicate, come quella per esempio riservata agli "accomodamenti", sezionata per specifica patologia, in ordine alfabetico.  Questa “guida” non si limita alle patologie ma dedica spazio ad alcune categorie come "Pregnancy" (gravidanza) e "Aging" (invecchiamento), con relative strategie di accomodamento. Insomma, ognuno è diverso ed è giusto che ognuno riceva i giusti accorgimenti dal proprio luogo di lavoro.