Le parole della disabilità

L'Ordine dei Giornalisti disciplina il linguaggio delle disabilità pubblicando le linee guida da seguire. Un buon punto di partenza

Pubblicato da Oriana Gullone il 31 maggio 2024

Il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti ha divulgato a febbraio 2024 Comunicare la disabilità, un documento che ufficializza le linee guida da seguire nel linguaggio delle disabilità. Il documento è stato redatto a seguito di una serie di casi di cronaca in cui diversi cronisti – professionisti e su testate e trasmissioni nazionali – avevano raccontato in termini non solo discriminatori, ma potenzialmente pericolosi, disabilità, malattia e neurodivergenze.

Tra i casi più eclatanti, la definizione (inventata) di “autismo di gruppo”, riferita al branco della violenza a Palermo l’estate scorsa, durante un talk show della Rai.

La guida, a cura di Antonio Giuseppe Malafarina, Claudio Arrigoni e Lorenzo Sani, non è tuttavia un primo esperimento.

Prima dell’Ordine, nel 2021 Intesa San Paolo, con ANFFAS e l’Ufficio per le politiche a favore delle persone con disabilità, aveva pubblicato Le parole giuste - Media e persone con disabilità. E nel 2017, FiABA (Federazione italiana per l’abbattimento delle barriere architettoniche) aveva presentato una “carta deontologica” per i giornalisti.

Linee guida disabilità Come raccontare il mondo della disabilità? Illustrazione di Aurora Protopapa.

L’Ordine Nazionale del Giornalisti, nel disciplinare il tema, non si è limitato a un semplice elenco di parole e termini corretti, ma ha raccontato il mondo della disabilità in una cornice approfondita e diversificata. Molto interessanti sono l’analisi statistica e storica anche del movimento politico della comunità disabile (volendo ampliabile, aggiungendo, per esempio, le storiche collaborazioni negli anni ’70 negli Stati Uniti, tra il movimento disabile e i Black Panther) e il focus sul binomio “donne e disabilità”, sul quale anche i movimenti femministi si stanno interrogando sempre di più, anche per ciò che riguarda l’accessibilità di cortei e manifestazioni.

La guida può sicuramente essere un buon punto di partenza per chi è completamente digiuno dell’argomento, giornalista o no. Il confronto con attivisti e divulgatori autistici (e disabili, in ogni specificità) può essere utile per approfondire e migliorare esponenzialmente i contenuti della guida. Rimangono a nostro parere migliorabili le accortezze sull’impaginazione dyslexia friendly (a partire dal testo allineato a sinistra invece che giustificato) e gli approfondimenti sull’autismo, che necessitano di aggiornamenti: la sindrome di Asperger, per esempio, non esiste più come diagnosi dal 2013.

(Fonti: Eleonora Marocchini, psicolinguista; Emanuela Masia e Fabrizio Acanfora, formatori; Marianna Monterosso, attivista; Asperger’s children: the origins of autism in Nazi Vienna, di Edith Sheffer)