Da peso a risorsa. Aziende che cambiano prospettiva

Associazioni e realtà aziendali dialogano sui temi dell’inclusione e della disabilità

Pubblicato da Lisa Roffeni il 14 febbraio 2025

Come da qualche anno a questa parte, ad Academia Barilla, il 28 novembre scorso è stato accolto un momento di riflessione sulla giornata internazionale delle persone con disabilità che si celebra il 3 dicembre.

I temi posti al centro dell’interesse sono stati proprio l’inclusione e barriere – culturali, fisiche, emotive – che persone con disabilità si ritrovano ad affrontare ogni giorno. Rendere accessibili certi ambienti, dare strumenti, avere volontà ed essere aperti permette di non lasciare indietro nessuno e il ruolo delle aziende in questo processo può essere determinante.

Ne sono stati la prova gli ospiti: Sonia Malaspina di Danone, Alberto Lapi di Accenture, Simona Rossi di Sky Italia, Bill Niada di Fondazione Bullone, Vito Nigro di Dynamo Camp e Giulia Ghiretti, recente oro paralimpico nel nuoto in quel di Parigi.

Daniele Cassioli – campione di sci nautico e fondatore dell’associazione Real Eyes Sport – ha svolto il delicato ruolo di mediatore tra due punti di vista differenti: quello più interno di chi è a stretto contatto con la categoria protagonista e quello più esterno di chi però vuol far comunque parte del cambiamento in modo attivo.

Maruska Albertazzi Una foto dei partecipanti all'incontro organizzato ad Academia Barilla il 28 novembre 2024.

I primi hanno portato le proprie testimonianze, come ha fatto la stessa campionessa paralimpica nella conclusione dell’evento, i secondi, invece, hanno condiviso la propria mission e i progetti correlati.

Bill Niada, con il suo discorso, è riuscito a unire le due prospettive: la prima da fondatore del Bullone – fondazione non profit – la seconda come imprenditore in grado di portare avanti concetti di natura e interesse economico. «La diversità può diventare un valore per le aziende – ha esordito –. Si è obbligati ad assumere una persona con disabilità circa ogni quindici dipendenti e, se si è convinti che si tratti di qualcuno da dover seguire assiduamente, magari a fronte di scarsi risultati, questo obbligo diventa un peso».

Bill crede fermamente che ognuno ha abilità e competenze, a volte speciali, purché gli si lasci tempo e modo di fare esperienza, facendole emergere. «Solo così – prosegue – è possibile trasformare la persona anche in una risorsa lavorativa che può dare tanto, proprio per la persona che è, con il proprio vissuto di malattia. D’altro canto, anche l’inclusione può costituire un fattore di business: se non escludi nessuno, avrai più persone dalla tua, compresi i clienti; inoltre, con le persone in qualche modo speciali si possono creare progetti innovativi e con valori reali».

Una dimostrazione concreta è proprio questa newsletter, creata in collaborazione con noi, ragazzi di Fondazione Bullone, che stiamo lavorando anche con Sky Italia, per esempio, per realizzare una webserie dedicata alla popolazione aziendale interna.

Progetti così offrono a noi ragazzi l’opportunità concreta di sperimentare la vita aziendale, ricevendo insegnamenti e scoprendo noi stessi, le nostre capacità e la possibilità di diventare una preziosa risorsa.