"Il brigante in handbike", la follia di attraversare la Calabria in handbike percorrendo 545km è nata per gioco, ma ha poi assunto una valenza importante. Sono Cristiano e dalla mia infanzia convivo con la tetraparesi spastica, un danno cerebrale che mi consente di vivere perennemente su ruote, senza dover necessariamente trovare una buona scusa.
Da qualche anno, dopo aver cambiato alcuni ausili e aguzzando l'ingegno, sono riuscito a diventare praticamente autonomo in casa; tuttavia, sento di aver dentro di me ancora un grande potenziale, sento di poter migliorare molto, sento di dover spingere l'asticella dei limiti un po’ più in là, così da perdere l'equilibrio e ritrovare una nuova zona di comfort ancor più ampia.
Il brigante in handbike. Illustrazione di Aurora Protopapa.
La sfida che inizierà i primi di giugno è ardua, ma fortunatamente potrò contare sul preziosissimo aiuto di Fondazione Bullone, che ha già posato la sua mano sulla mia spalla. Si partirà da Laino Borgo e si arriverà a Reggio Calabria; un motore elettrico mi supporterà nelle salite più ripide, per una pendenza totale di 10.240m nel verde di boschi e sentieri. Tuttavia, organizzando quest'avventura, che taglierà i quattro parchi della mia regione, mi sono reso conto che la sfida non era solo con colui che si riflette nello specchio, ma anche con la società che mi circonda. Inconsapevolmente ho sempre lottato contro un mostro più grande di me, lottavo con tutte le mie forze senza neanche conoscerne il nome. Devo maledire e al contempo benedire l'abilismo, perché se è vero che in molti casi mi sono sentito giudicato ancor prima di aver dimostrato, è anche vero che quella fame di riscatto ha temprato una mentalità pronta a tutto pur di vincere.
Perché dunque il titolo "il brigante in handbike" e qual è il vero scopo di questa pazzia? Il titolo racchiude la vera essenza del viaggio, il territorio che calcherò in qualche modo corrisponde totalmente ai luoghi dove i briganti vivevano e si rifugiavano, però poi mi sono reso conto che anche loro combattevano per una rivoluzione, anche loro come me erano invischiati in una guerra molto più grande di loro. Così anch'io sento di aver scoccato la scintilla che darà vita a un incendio indomabile, che potrà cambiare il corso degli eventi futuri, potrà dimostrare alla collettività del 2024 che esiste un "disabile medio", un disabile che non deve necessariamente vincere medaglie o trofei per essere considerato alla pari dei normodotati, semmai dev'essere messo in condizioni di esprimere a pieno il suo potenziale.
Non so se riuscirò a conquistare la meta, ma di una cosa sono certo: potrò dire di aver vinto la mia lotta se riuscirò a portare una nuova prospettiva, cambiando anche solo il pensiero di un singolo individuo riguardo il mondo della disabilità. Potrò dire di aver vinto se un altro ragazzo che vive la mia stessa situazione troverà un briciolo d'ispirazione e forza da quest'avventura.